Nell’ambito della storia dell’arte, determinate opere hanno oltrepassato la fortuna artistica e il contesto storico di appartenenza per diventare, nel corso dei secoli, vere e proprie icone dell’immaginario moderno, riutilizzate in diversi ambiti, da quello politico a quello giornalistico e satirico, fino a quello pubblicitario.
L’incontro con il Prof. Francesco Paolo Campione ha lo scopo di evidenziare e analizzare come la scultura del Laocoonte, attraverso gli studi e i volumi dedicati (pensiamo a opere come Laocoonte di G. E. Lessing o, più in generale, a L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica di W. Benjamin), ma anche grazie all’immaginario collettivo, abbia segnato tangibilmente l’ “ingresso” delle opere d’arte nel mondo moderno, non solo a livello storico-artistico e critico, ma anche e soprattutto per quanto riguarda l’aspetto della comunicazione, in primo luogo quella visiva, con i rispettivi ambiti di diffusione.
Francesco Paolo Campione è Professore Associato di Museologia e Storia del Collezionismo presso l’Università degli Studi di Messina. Da anni studia i rapporti tra gli aspetti teorici, storici e documentari tra oggetto artistico e raccolta, soprattutto nel versante del collezionismo di epoca moderna. Ha pubblicato, tra l’altro, La Regola del Capriccio (2011), Discorsi sulla superficie (2015); Palermo. Memoria di una Capitale (2013); Palermo, l’arte e la storia (2016); Viceré di Sicilia. Arte e committenza all’ombra della storia (2021); I borghi del regime (2023); 1624. Rosalia, la peste e i pennelli (2024); An Ugly Soul. Figurations, Transfiguration, Misinterpretations and Fakes of Caravaggio’s Physiognomy (2024); e ha curato il fascicolo Land art in Sicilia (2022). Dal 2024 dirige la nuova serie della rivista «Kalós».