Seminario di studi
7 e 10 ottobre 2024
Aula Magna Nunzio Sciavarrello, Accademia di belle arti di Catania
e cinema King, Catania
evento del ciclo BRANCATI 70
a cura di Maria Arena e Marco Lo Curzio
“Brancati e il cinema” è un seminario di studi che riflette principalmente sul rapporto stretto tra l’opera Brancatiana, l’immaginario cinematografico a essa legato e la città di Catania. L’occasione dell’anniversario si presta anche a una riflessione sulle vicende editoriali connesse all’opera, sulla scomparsa nel contesto di una scuola che promuove percorsi didattici in cinema ed editoria.
L’idea è quella di aprire alla riscoperta di differenti approcci all’opera di Brancati, aprendo a una attualizzazione delle tematiche dei suoi scritti, prime tra tutte lo spaesamento, inteso come sradicamento culturale e il rapporto viscerale con il territorio.
La pluralità delle voci invitate a dare un contributo, che va oltre il ricordo dello scrittore, garantisce una panoramica ampia sull’autore e ha lo scopo di moltiplicare le iniziative che fuori e dentro il contesto didattico possano contribuire alla riscoperta della sua opera.
ABACT è già partner del PROGETTO BRANCATI del gruppo IARBA, direttore Nino Romeo, e del CTS, direttrice Graziana Maniscalco, che operano coinvolgendo le istituzioni legate alla formazione, nel lavoro di valorizzazione dl lavoro dello scrittore siciliano.
La presentazione di un breve documentario prodotto dall’Accademia di Catania, nei corsi seguiti dalla prof.ssa Arena, e girato dagli stessi studenti, è l’occasione di contribuire al dibattito su una figura centrale di un periodo dedicato, il primo dopoguerra, della nostra storia culturale e sull’attualità dei suoi temi.
Inoltre l’occasione, in collaborazione con il cinema KING, storico punto di riferimento per la cultura cinematografica a Catania e in ideale “preparazione” alla giornata di studi, lunedì 7 ottobre si proporrà la visione del film “Anni difficili” di Luigi Zampa, tratto dall’opera di Brancati.
Programma dell’evento:
> lunedì 7 ottobre, ore 20,30
cinema KING, via Antonio de Curtis 15, Catania
proiezione del film “ANNI DIFFICILI” (ITA , 1948 – 113’)
di Luigi Zampa, dalla novella “ Il vecchio con gli stivali” di V. Brancati
> giovedì 10 ottobre, ore 17,30
sede ABACt, via Franchetti 5, Catania
aula magna Nunzio Sciavarrello
seminario BRANCATI E IL CINEMA
interverranno:
Graziana Maniscalco
attrice, direttrice CTS Centro Teatrale Siciliano
Nino Romeo
drammaturgo e regista, direttore artistico Gruppo Iarba
Antonia Brancati
concessionaria teatrale, autrice e figlia di Vitaliano
prof. Rosario Castelli
docente UNICT
prof. Alessandro De Filippo
docente ABACt
prof. Marco Lo Curzio
docente e coordinatore Dipartimento di progettazione e arti applicate ABACt
prof.ssa Maria Arena
docente e coordinatrice Corso Cinema ABACt
a seguire
presentazione e proiezione:
ALTROVE (ITA , 2024 – 20’)
documentario ispirato a Vitaliano Brancati,
di Simona Iozzia e Federico Turrò,
Produzione ABACt Biennio Cinema 2024
Dal 4 al 13 ottobre 2024 torna l’Etna Photo Meeting, un importante festival di fotografia giunto alla 27esima edizione che si terrà presso il prestigioso Palazzo Recupero Cutore di Aci Bonaccorsi, in provincia di Catania. La manifestazione è organizzata dal Gruppo Fotografico Le Gru di Valverde e nell’arco di 10 giorni ci sarà la possibilità di visitare mostre fotografiche, partecipare a workshop, letture portfolio e presentazioni di libri e anche ad un concorso fotografico.
L’ospite d’onore dell’evento sarà Tano D’Amico che riceverà il Premio Le Gru 2024. Tano D’Amico è un fotografo che ha dedicato la sua vita al fotogiornalismo, ha scelto di mettere a fuoco gli attori più marginalizzati della scena sociale – disoccupati, senza-casa, malati mentali, detenuti, immigrati, donne, studenti, operai – e di raccontare con continuità le battaglie dei diversi movimenti che lottano per rendere più giusto il mondo in cui viviamo. Ha seguito da vicino i passaggi più intensi e anche drammatici della nostra storia (dal colera a Napoli del 1972 all’occupazione della FIAT a Torino nel 1980 alla morte di Carlo Giuliani a Genova nel 2001), ma ha continuato a dedicarsi a un’umanità per lo più ignorata o deformata dal sistema dei media.
L’Etna Photo Meeting 2024 si intitola “Di cosa sono fatti i ricordi” ed è tratto proprio da uno dei tanti libri di Tano D’Amico. Abbiamo esplorato il tema della memoria e dei ricordi attraverso le fotografie del nostro Premio Le Gru, ma anche con il supporto di altre “voci” che ci hanno donato nuovi piani di lettura, un modo diverso di percepire quello che ricordiamo e che è impresso nella nostra memoria e nei luoghi.
Come da tradizione ci saranno varie mostre fotografiche: “Fotografia e destino” di Tano D’Amico che ci mostra le lotte, gli operai, i movimenti e le donne in un racconto poetico in cui l’immagine, che è sempre metafora viva, si nutre del movimento dei suoi soggetti e dell’amore infinito di chi quell’immagine ha cercato.
“Memory of the eyes” di Sara Cucè mira a riflettere sulla condizione esistenziale dell’individuo che migra in un nuovo territorio, chiedendosi a chi o a cosa appartenga, e trae ispirazione dalla sua esperienza personale di migrazione dalla Sicilia al Regno Unito, più di dieci anni fa.
“Le Nuvole” di Massimiliano Gatti è un progetto fotografico che parte da una riflessione sul rapporto con la memoria storica e sul presente, sui moderni sistemi di diffusione dei contenuti video sulla piattaforma youtube. L’autore ha preso delle foto che aveva scattato anni fa a Palmira, il sito archeologico siriano che è stato gravemente danneggiato durante l’occupazione dell’esercito dello Stato Islamico degli ultimi anni, e dei frame dei video di propaganda dell’ISIS in cui si documenta la distruzione dei siti archeologici. Ha creato dei dittici che mostrano il prima e il durante i bombardamenti, con questi pezzi di storia avvolti da nuvole di fumo.
“Origami” di Alessandro Fruzzetti è un progetto formato da una serie di immagini dedicate alla memoria che lega l’autore e suo padre. Una combinazione “origami” tra una foto sui toni del magenta, deteriorata dal tempo, e una attuale dell’autore virata sui toni del verde, con in mezzo pezzetti del passato in bianconero. Un origami di ricordi, relazioni e famiglia.
“Ars Memoriae” è una mostra collettiva dell’Accademia di Belle Arti di Catania che affronta il tema della memoria in modo poliedrico. Il progetto Ars Memoriae degli allievi di biennio in fotografia, curato da Carmen Cardillo, ha come fonte di ricerca gli archivi fotografici vernacolari del territorio ionico etneo. L’espressione” vernacolare” si riferisce a quell’insieme di fotografie che rappresentano situazioni di vita quotidiana, con l’intento di catturare un ricordo o un momento conviviale, familiare, oppure una fotografia come documento di attività, senza finalità artistica. Nel tempo questi testimoni ilenziosi sono diventati la nostra Memoria storica inconscia.
Gli archivi fotografici vernacolari vivono una stagione del tutto particolare, in tutta Italia si moltiplicano gli interventi volti al recupero di questi patrimoni e beni preziosi.
Gli allievi di biennio dopo lo studio dell’archivio Arcidiacono – Sessa del Comune di Milo, hanno svolto un progetto di valorizzazione attraverso il mezzo fotografico. Dando nuove visione a storie lontane di cui non si ha traccia visiva ma solo orale, e riproponendo in chiave contemporanea fotografie antiche e cartoline storiche. grazie all’importante contributo del Professore Paolo Sessa.
“Memoro” è la Collettiva fotografica del Gruppo Fotografico che prova ad esplorare sia il Ricordo che la Memoria; si presenta come una mostra armonica nei contenuti nonostante sia composta di due sezioni. Una, in bianco e nero, è interamente dedicata al Cimitero Monumentale di Catania dove prevalente è il sentimento della perdita e della commemorazione dei defunti senza però trascurare il valore storico che esso rappresenta per la città Catania. L’altra che, a colori ed in bianco e nero, come un potpourri, offre un panorama di visioni legate ad entrambe le tematiche. Ci sono ricordi personalissimi privati e teneri, oggetti datati d’epoca, memorie funeste di eventi drammatici come terremoti ed al contrario eventi felici, ci sono ancora eccidi di mafia, luoghi in abbandono e permanenza di segni. L’intensità emotiva è forte e contemporaneamente delicata. Ogni foto, sia quelle di ampio respiro che quelle più di dettaglio invitano lo spettatore ad emozioni e sentimenti profondi che ovviamente riguardano la vita.
Infine abbiamo la mostra “Memories” di Maurizio Marchese, un lavoro composto da una serie di scatti che evocano iconografie tipiche degli anni Settanta, immagini che ci mostrano una realtà trasfigurata sospesa nello spazio e nel tempo.
La consegna del Premio Le Gru 2024 a Tano D’amico sarà domenica 6 ottobre nel pomeriggio, a seguire l’autore terrà la sua Lectio Magistralis.
Sono previsti due workshop a cura dei nostri ospiti: il 7 e l’8 ottobre ci sarà un workshop di Tano D’amico dal titolo “Immagini e Storia”, mentre il 12 ottobre ci sarà quello tenuto da Michele Di Donato “Dentro la fotografia. Tecniche avanzate di fotografia creativa”. Il 12 e il 13 ottobre ci sarà, come da tradizione, una due giorni di lettura di portfolio. I lettori saranno: Michele Di Donato di Palermo (Fotografo), Eletta Massimino di Aci Bonaccorsi (Lettore della Fotografia FIAF), Pippo Pappalardo di Catania (Docente FIAF e Critico Fotografico), Daniela Sidari di Reggio Calabria (Docente FIAF e Graphic Designer), Egidio Liggera di Catania (Docente Accademia di Belle Arti), Mira Cantone (Insegnante di Fotografia).
Dal 4 al 13 ottobre sarà possibile partecipare al concorso fotografico.
Domenica 13 ottobre chiuderà la kermesse la tradizionale serata dedicata agli audiovisivi fotografici a cura del Dipartimento Audiovisivi della Federazione Italiana Associazioni Fotografiche
Leggi tutto: Etna Photo Meeting 2024 – Di cosa sono fatti i ricordi
Leggi tutto: Il teatro italiano in lutto: ci lascia Glauco Mauri, protagonista indimenticabile
Sono Maria Chiara Bruno, Cristina Bucciaglia, Dario De Biaggio, Valeria Limongi e Irene Occhipinti, quattro studentesse e uno studente provenienti da Catania, Napoli, Roma, Milano, i giovani vincitori della quarta edizione di “Young photographers from Italian Academies”, promossa e organizzata dall’Accademia di Belle Arti di Catania e dal Ragusa Foto Festival. Ai cinque progetti vincitori è dedicata la mostra che dal 28 settembre al 27 ottobre 2024, prodotta da Ragusa Foto Festival, sarà aperta al pubblico a Ragusa Ibla nelle sale barocche di Palazzo La Rocca.
Durante la serata inaugurale, la giuria conferirà il premio in denaro messo a disposizione dal Libero Consorzio Comunale di Ragusa. Inoltre, anche quest’anno sarà assegnato il Clou Prize che permetterà a uno dei cinque vincitori di esporre il proprio progetto in una personale negli spazi della galleria Clou.
Tra le mura dell’Antico Convento ai Giardini Iblei di Ragusa Ibla, dopo un’accurata e meticolosa selezione tra i dodici finalisti, la giuria, composta da autorevoli critici ed esperti del settore, ha scelto i cinque progetti fotografici ispirati al tema Prendersi una Pausa, al centro della dodicesima edizione del Ragusa Foto Festival, per l’originalità della proposta tematica, per la ricerca delle tecniche espressive, per la profondità delle analisi visive. E ancora, per l’uso poetico della tecnologia
e per la qualità realizzativa.
Una scelta non semplice per la grande qualità dei progetti presentati, quella da parte della giuria, presieduta da Gianluigi Colin artista, art director, critico d’arte e cover editor de “La Lettura” del Corriere della Sera, Rosario Antoci artista, docente ABACT Catania, membro del comitato scientifico del Festival e coordinatore del progetto, Benedetta Donato, curatrice e direttore RCA – Romano Cagnoni Award, membro del comitato scientifico e presidente della giuria del Premio Miglior Portfolio del Ragusa Foto Festival, Lucia Miodini storica della fotografia e docente Università di Parma, in rappresentanza di SISF; Federica Battaglia, Galleria Clou di Ragusa e Armando Romeo Tomagra, fotografo e docente di ABACT Catania.
Questi i profili dei 5 vincitori e la sinossi dei loro progetti—
Maria Chiara Bruno (Mazzarino, 1996)
Maria Chiara vive e lavora a Catania dove frequenta il Biennio in Fotografia all’Accademia di Belle Arti. La sua riflessione artistica, pur partendo dall’immagine fotografica, risponde all’esigenza di dare bidimensionalità e profondità all’immagine per una fruizione di maggiore spessore emotivo. Il lavoro premiato ha come titolo (Ar)resto: Si tratta di una serie di 12 scatti raffiguranti, in maniera volutamente poco nitida, donne o meglio madri con i loro bambini che vivono in zone di guerra in varie parti del mondo. Ciascuna immagine è caratterizzata da una ricostruzione della silhouette dei soggetti fotografati attraverso aghi che ruotano come lancette dell’orologio. «In un’epoca in cui siamo abituati a vedere troppo, senza guardare, lo scopo del mio lavoro è colpire lo sguardo, la mente e il cuore».
Cristina Bucciaglia (Napoli, 1997)
Si chiama Ciroammare il premiato reportage di Cristina Bucciaglia dell’Accademia delle Belle Arti di Napoli- Fotografia per la Comunicazione: un lavoro che colpisce per la sonorità visiva delle immagini, intrise di un verismo appassionato e ironico. «Presso la Colonna spezzata in via Caracciolo di Napoli, nella stagione estiva, le poche decine di metri di asfalto a ridosso del mare vengono trasformate dai frequentatori del posto in un lido balneare autogestito in cui poter vivere la propria vacanza in totale svago e distensione dalla frenetica routine della vita metropolitana» spiega l’autrice. Lo sguardo di Cristina ricostruisce un affresco popolare vivace di grande umanità e delicata verità.
Dario De Biaggio ( Roma, 1995)
Prodotto durante il corso di fotografia 2 del biennio specialistico in fotografia per l’editoria dell’Accademia di Belle Arti di Roma, il lavoro di Dario è un sofisticato tentativo di catturare il movimento del vento in un frame statico che tuttavia restituisca allo sguardo la potenza cinetica del soffio. Scattate in bianco e nero, le fotografie del progetto Quando finisce il vento sono di fatto un omaggio alla natura e alla sua potenza. «Con il vento la terra arriva a vivere veramente, i venti costituiscono il sistema nervoso e circolatorio del pianeta, distribuiscono ovunque energia e informazioni, danno calore e vita, formando qualcosa a partire dal niente» questo il pensiero del giovane creativo che ha corredato il suo lavoro anche di video molto suggestivo con la riproduzione uditiva del vento tra le canne, tra le onde, tra le foglie degli alberi.
Irene Occhipinti (Roma, 1996)
Appassionata di fotografia, Irene frequenta il terzo anno all’Accademia di Belle Arti Rufa di Roma. La sua propensione al racconto visivo si sposa con una forte personale sensibilità estetica: il suo lavoro Non mi ricordo più, vincitore del contest, riflette sulla perdita della memoria dovuta al sovraffollamento di notizie che riempiono la nostra mente. Ne scaturiscono immagini metaforiche che rimandano al labirinto del nostro cervello, alla vulnerabilità della memoria e al caos di informazioni, rappresentato dalla sovrapposizione di lettere.
Valeria Limongi (Maratea, 1995)
Del corso di Astronomia frequentato da Valeria presso l’Alma Mater Studiorum di Bologna si hanno traccia nei suoi lavori che guardano, non a caso, al cielo, alle stelle e alla luce lunare. Vincitrice di vari premi, studiosa e meticolosa ricercatrice, Valeria frequenta il biennio di Fotografia presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. L’opera vincitrice di questo contest si chiama Did’t know what time it was un racconto onirico di paesaggi, di nature ancestrali realizzato attraverso le atmosfere della notte. Sullo sfondo il blu dei cieli che incanta e fa sognare.
La mostra è a cura di Rosario Antoci e tutti i lavori dei dodici finalisti saranno pubblicati nel catalogo “Young Photographers from Italian Academies #4” prodotto dall’Accademia di Belle Arti di Catania, sempre a cura di Rosario Antoci, artista e docente presso ABACT con il progetto grafico del direttore dell’Accademia, Gianni Latino.
QUALCHE NUMERO
54 i lavori degli studenti pervenuti dalle 16 istituzioni italiane coinvolte istituzioni italiane con al loro interno Corsi di Fotografia che hanno risposto alla Call; 12 i finalisti e tra essi i 5 vincitori di YPIA CALL #4.
Hanno partecipato a questa edizione con i progetti dei loro studenti:
Pagina 29 di 43