La lectio dell’artista si concentra sulla sua trentennale pratica artista che ripercorre visioni, segni e immagini di esperienze vissute nel suo passato. Le opere di Flavio Favelli si leggono come un’ autobiografia “collettiva” che si riferisce al denso momento che va dagli anni Settanta agli anni Ottanta L’esperienza individuale si nutre di un immaginario specifico, vasto e complesso fatto di costume, cultura e tendenze, universo che continua ad influenzare il presente con il portato del segno grafico, pittorico, pubblicitario e spaziale. Una poetica archivistica, quella di Favelli, che diventa riconoscibile in lavori che parlano di circostanze, di storia e di un paese globale già prima della globalizzazione. 


L’incontro con Gianni Nuti privilegia le traiettorie evolutive della pedagogia e della didattica nel momento in cui il presente si trova a fronteggiare le sfide dell’integrazione e dell’inclusione tramite strumenti di studio e progettazione che portano alla presenza reale dell’interdisciplina, soprattutto nell’ambito della formazione in ambito scolastico.
Pedagogista e musicologo, si occupa di didattica e psicologia della musica quali punti di partenza teorico-applicativi in direzione di un’evoluta considerazione della creatività e dei linguaggi espressivi, dalle arti visive, al suono, alla fotografia e alla coralità di questi ambienti produttivi. 

Il suo impegno epistemologico, già da un decennio, si è orientato verso le sperimentazioni didattiche nei nidi d’infanzia a prevalenza tematica dalle quali è stato collaudato un modello formativo di tipo laboratoriale nell’insegnamento universitario di Didattica Generale. Una lunga sessione di ricerca collaborativa è stata dedicata alla musicalità dei comportamenti del bambino nella prima infanzia nonché al valore delle attività espressive per l’inclusione delle persone con disabilità.


L’incontro si configura come alto momento di studio e confronto sullo stato attuale della fotografia e dei confini relativiche negli ultimi veloci decenni si sono spostati, mutando il versante del visivo e del fotografico esteso.

Critico d’arte, curatore e saggista, Zanchi è portatore di una riflessione sull’immagine come entità in continua evoluzione,presente e cangiante nelle arti visive contemporanee e nell’incessante flusso di scambio tra “utenti” social con l’addizione del nodo costituito dall’intelligenza artificiale. Tra le pubblicazioni più recenti: Metafotografia 1+2+3 (Skinnerboox, 2019-2021) Arte e gioco (Giunti, 2022), La fotografia come medium estendibile (Postmedia books, 2022). Mauro Zanchi è direttore di BACO – Base Arte Contemporanea Odierna di Bergamo, dal 2011 e insegna storia della fotografia e dell’arte nell’Accademia LABA di Brescia e nel Centro Bauer a Milano, semiotica dell’arte nell’Istituto Europeo del Design (IED) a Torino.