Il passato e il futuro della scherma siciliana si incontrano nel presente. Nel 2025, a 70 anni dalla nascita di un uomo eccezionale non solo in termini puramente sportivi, ma anche umani, morali e professionali, il Cus Catania istituisce un premio alla memoria di Angelo Arcidiacono che vuole essere uno sprone per i giovani schermidori del domani.
da sx: la signora Patrizia, i due premiati e la signora Anna Arcidiacono
Il significato del premio Arcidiacono
Il Cus Catania è il ponte di collegamento che transita la storia di ieri con quella che verrà. E lo fa attraverso il premio Angelo Arcidiacono, una volontà del presidente Massimo Olivieri, per celebrare la memoria del grande campione del mondo e olimpico che è stato – ad oggi il più titolato del Centro universitario sportivo etneo -, ma anche per riconoscere il merito di chi, con tenacia, dedizione e perseveranza, mira all’eccellenza in pedana cosi come nella vita.
Arianna Grasso (Methodos Scherma) e Federico Castro (CUS Catania) sono i due spadisti più giovani arrivati tra i primi 8 finalisti della 1° gara regionale di qualificazione U20 (cat. Giovani), che hanno ricevuto il premio Arcidiacono niente meno che dalla signora Anna (madre di Arcidiacono) e dalla signora Patrizia (moglie del campionissimo), in un tripudio di applausi ed emozioni.
Presenze non scontate e che, magicamente, hanno fatto tornare indietro le lancette del tempo. La madre e la sorella di Arcidiacono hanno rivissuto i momenti in cui si aprivano le porte della palestra e il maestro Timmonieri accoglieva i giovani schermidori, fra cui Arcidiacono. Sala scherma che, non a caso, è intitolata alla memoria del maestro Pasquale Timmonieri celebre maestro di scherma, riconosciuto a livello nazionale e internazionale. Noto per aver allenato atleti di spicco come gli olimpionici Francesco Mannino, Angelo Arcidiacono e Mino Ferro, e la “sua” sala scherma a Catania è stata un punto di incontro per importanti figure della cultura schermistica.
Una premiazione quasi solenne, dove molti dei presenti che Arcidiacono lo hanno conosciuto in sala allenandosi con lui, hanno raccontato alcuni dei momenti vissuti insieme. A partire dal presidente Massimo Oliveri che aveva la voce un po’ spezzata per l’emozione nel parlare del caro amico con cui ha trascorso tantissimi periodi della sua vita. E poi Mino Ferro (attuale spadista CUS ed ex compagno di squadra di Arcidiacono) che ha ricordato i pomeriggi durante gli allenamenti e le mangiate ad Acitrezza in casa del campionissimo; Mimmo Sperlinga del club Catania Scherma ha raccontato come è diventato uno dei maestri di Arcidiacono; Giuseppe Cirelli (attuale delegato Fis Catania) e Paolo Di Loreto (ex schermidore, in passato dirigente del CUS, con importanti incarichi all’interno della Federazione italiana scherma) hanno descritto la persona che era Angelo Arcidiacono. In pedana e nella quotidianità di una vita vissuta con rigorosità, passione e impegno.
Arturo Torregrossa (presidente Fis Sicilia) aveva l’emozione stampata negli occhi nel vedere come, a distanza di tanti anni, al solo parlare di scherma e di Angelo Arcidiacono, si fossero accesi gli animi degli spadisti e delle spadiste presenti perché come detto durante la consegna del premio a lui intitolato: “anche se Arcidiacono era uno sciabolatore e il premio è stato assegnato a due spadisti, la scherma non fa distinzioni tra un’arma e l’altra, non divide, semmai unisce“.
Grazie a questo premio, che da oggi diverrà una tradizione, il passato ha incontrato il futuro delle giovani promesse della scherma. Oggi il CUS Catania ha scritto nuove pagine di scherma. Nuove pagine di sport. Nuove pagine di vita.
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